Spesso quando offro ascolto empatico sento autocommiserazione, rabbia, disorientamento, ma soprattutto i pensieri che portano il peso del passato della persona, le credenze ed i condizionamenti acquisiti, allo stesso tempo sono rivolti ad un futuro eventuale così come si immagina potrebbe essere. Non c'è connessione con il presente, qui ora sento che ... , il peso della propria storia e la proiezione al futuro eventuale coprono, congelano il sentire naturale. Qui quello che mi sento di fare è ascoltare, invitare ad esprimersi in prima persona cercando la connessione interiore per riconoscere l' obbiettivo. A volte non funziona allora chiedo di interrompere, cambio l'approccio interrompendo il flusso di parole, con rispetto e gentilezza aiuto la persona a scegliere dal cuore quali sentimenti sta cercando di esprimere, un chiarimento profondo di ciò che è veramente il nocciolo del disagio. A volte non basta l'empatia, serve auto-compassione e accettazione per la propria vulnerabilità, ma la capacità di scelta non viene realmente valorizzata, nutrita, è qualcosa che va recuperato, con consapevolezza e compassione. Riabituarsi a scegliere è conseguente all'ascolto dei nostri bisogni, a tenere viva la connessione con la nostra interiorità, ognun@ a suo modo, con l'a ascolto empatico in diade, in triade, con la meditazione, con la scrittura creativa. Ad ognun@ la propria originalità e ciò che risuona.